Il tempo è perfetto hai tutta la giornata davanti a te e decidi di fare un bel giro con la moto o la macchina, ti prepari ad accendere il motore, ma la batteria è scarica e non riesce a far avviamento e così devi dire arrivederci al tuo giretto.
Ma cosa bisogna fare per evitare queste situazioni? Come possiamo tenere in efficienza le batterie?
Oggi vince l’elettronica
Un tempo si riusciva ad accendere il motore in qualunque situazione: era infatti sufficiente che la batteria fornisse anche pochi volt per riuscire a far partire il motore, magari a spinta, con l’aiuto di qualche volontario.
Oggi l’elettronica la fa da padrone su moto e auto, ed è necessaria una buona quantità di energia per essere sicuri di poter avviare il motore, per non parlare del fatto che se se la batteria va a terra, o se la staccate per sostituirla, possono succedere alcuni guai, a volte anche gravi: partendo dalla perdita dei canali della radio, potrebbe capitarvi anche che la radio voglia un codice di sicurezza (nel caso l’abbiate smarrito vi toccherà sborsare almeno 50 euro per recuperarlo o impostarne uno nuovo presso l’assistenza).
Qual è il rimedio?
Il rimedio a questi problemi è decisamente semplice: quando si cambia la batteria non dobbiamo lasciare l’impianto del veicolo senza alimentazione, per fare ciò è necessario mettere una batteria in parallelo, anche di capacità ridotta con quelle da antifurto, l’importante è che sia una batteria dello stesso voltaggio di quella da sostituire. In questo modo garantiremo l’alimentazione all’impianto elettrico evitando di far impazzire qualche centralina. Nel caso dobbiate proprio staccare la batteria, aspettate 10 minuti dallo spegnimento del quadro. Dopo aver attesa ora possiamo scollegare la nostra batteria ricordandoci di staccare prima il negativo e poi il positivo, controllare che i morsetti non siano ossidati, nel caso lo fossero lavarli con acqua, e di ricollegare la batteria ricaricata o nuova controllando bene la polarità e collegando prima il polo positivo e poi il negativo.
Come avviare la batteria dopo un periodo di inattività
Per poter avviare il nostro motore dopo un periodo di inattività del mezzo dobbiamo considerare di aver sempre almeno il 50% della capacità iniziale, ma come possiamo sapere quanto consuma l’impianto elettrico del nostro mezzo? Per saperlo dobbiamo armarci di un di amperometro (lo strumento che misura la corrente elettrica) e inserirlo tra batteria e impianto elettrico del veicolo; la misura che leggete, a chiave disinserita e con qualunque accessorio spento, indica quanto viene consumato espresso in A (ampere). Se vogliamo garantire una riserva del 50% della capacità della batteria dopo 30 giorni di inattività del mezzo, il consumo misurato non deve superare gli 0,7 mA (milliampere) per ciascun Ah (ampere ora) della batteria. Gli Ah (ampere ora) rappresentano la capacità della batteria, il dato lo potete trovare su tutte le etichette delle batterie.
Per similitudine possiamo pensare alla nostra batteria come ad una vasca che contenga 100 litri dove ad ogni ora viene perso 1 litro, quanto tempo ci vorrà per svuotarsi? La capacità della nostra batteria rappresenta quanta corrente possiamo prelevare nell’unità di tempo, leggendo il valore sull’etichetta possiamo calcolare il valore massimo di assorbimento in modo da avere la riserva minima per l’avviamento dopo 30 giorni. Supponendo una batteria con capacità di 50Ah, il consumo massimo è di: 50×0,7 = 35mA. Se il consumo della nostra elettronica è inferiore a questo valore avremo garantita la giusta riserva di carica che ci permetterà di avviare il motore anche dopo un mese di stop. Nel caso avessimo un valore di corrente maggiore per esempio 50 mA , la nostra batteria raggiungerà il 50% della carica in soli 20 giorni e quindi si scaricherà totalmente in una trentina di giorni.
Le batterie, anche se non collegate ad alcun dispositivo, sono soggette ad una naturale autoscarica, che varia in base alla tecnologia di produzione e alla sua età,. In ogni caso per mantenere in piena efficienza una batteria nuova è necessario ricaricarla ogni tre/quattro mesi. Data la sua composizione chimica una batteria nuova si deteriora nel tempo anche se non usata, perdendo in parte o del tutto la sua capacità.
Tipologia di batterie Un tempo le batterie avevano i tappi e attraverso i fori si poteva controllare il livello dell’elettrolita. Attraverso il densimetro era possibile verificare lo stato di carica e salute di ogni cella: se la densità era corretta (1.28 gr per centimetro cubo) la batteria era carica e sana. Si poteva ripristinare il livello appena al di sopra degli elementi aggiungendo acqua distillata e verificare in fase di ricarica che il liquido non “bollisse” indice di eccessiva carica. Le batterie moderne invece sono sigillate, senza manutenzione. Alcun modelli hanno uno pseudodensimetro integrato (la spia che può essere verde, rossa o nera a seconda dello stato). Ci sono anche quelle ad acido assorbito (l’acido impregna delle spugne di fibra di vetro); queste godono della tecnologia della ricombinazione del gas, quindi virtualmente non perdono l’elettrolita, ma soffrono per l’eccessiva carica, e offrono doti di robustezza meccanica e ottime prestazioni elettriche.
Nuova tecnologia negli ultimi anni si stanno affacciando sul mercato specialmente nel settore moto, le batterie al litio. Il maggiore vantaggio sta nel peso: a parità di corrente di spunto (quella necessaria per poter effetturar l’avviamento) pesano un terzo. Difetti? Prima di tutto il costo: almeno un 50% in più rispetto alle batterie al piombo, capacità ridotta rispetto alla corrente di spunto quindi più facile a scaricarsi a motore spento. Soffre decisamente la scarica prolungata che può arrivare a causarne la morte. Si tratta di un prodotto riservato a quelle applicazioni dove il risparmio di peso vale molto.
Lunga vita alla batteria: allora come possiamo fare per allungare la vita alla nostra batteria? Occorre prestare attenzione a non lasciare accesi gli accessori che consumano più corrente quando si è fermi con il motore al minimo, infatti a basso regime di giri l’alternatore non reintegra tutta la corrente consumata. Ricordarsi di accendere gli accessori dopo l’accensione del motore e di spegnerli prima o subito dopo lo spegnimento del motore. Non far scaricare troppo la batteria e non lasciarla scarica per lungo tempo, controllare che in fase di ricarica la batteria non venga sovraccaricata. Abitualmente si consiglia di utilizzare in ricarica una corrente pari ad un decimo della capacità della batteria, per una batterie da 50Ah si consiglia una corrente di ricarica di 5A o anche inferiore. In caso di fermo prolungato del mezzo utilizzare un mantenitore di carica.
Cos’è un mantenitore?
Mantenitore questo sconosciuto: cos’è un mantenitore? E’ un dispositivo che mantiene la batteria carica senza sovraccaricarla e consumare quindi l’elettrolita. Il top del mercato è il caricabatterie elettronico, con controllo a microprocessore. Questa tipologia di carica batteria prevede la ricarica ed il mantenimento offrendo altre funzioni come: riconoscimento dell’inversione di polarità, diagnosi dello stato dell’accumulatore con indicazione dell’eventuale necessità di sostituzione, carica controllata elettronicamente con fase a impulsi e mantenimento a fine processo, e rigenerazione in caso di batteria solfatata.
I commenti sono chiusi.